Atto di proprietà : Notaría Jesús Benavides
Mercantile

Atto di proprietà effettivo

Passo 1

Che cos'è un titolo di proprietà?

È il documento notarile con cui il socio, l'amministratore o il rappresentante di una società commerciale, al fine di prevenire il riciclaggio di denaro, dichiara e identifica la persona o le persone fisiche che possiedono o controllano, direttamente o indirettamente, una percentuale superiore al 25% del capitale o dei diritti di voto della società o, in mancanza, identifica la persona o le persone fisiche che esercitano il controllo sulla gestione o sull'amministrazione della società.

Passo 3

Quanto costa l'atto di proprietà in presenza di un notaio?

Vedi bilancio indicativo

Si tratta di una stima puramente informativa e non vincolante. Questa stima è calcolata sulla base di due criteri: 1) la nostra conoscenza della Tariffa Notarile (Regio Decreto 1426/1989, 17 novembre 1989) e 2) la nostra conoscenza della Tariffa Notarile. (Decreto reale 1426/1989, del 17 novembre) e 2) la nostra esperienza quotidiana nella preparazione di questo tipo di documenti notarili. Tuttavia, qualsiasi variazione (in aumento o in diminuzione) sarà debitamente giustificata al momento dell'emissione della fattura finale per il servizio notarile reso.

Passo 4

Altre domande frequenti

Che cos'è il riciclaggio di denaro e quali sono le norme che ne regolano la prevenzione?

Il riciclaggio di denaro è un'attività criminale prevista dal nostro Codice Penale (Legge Organica 10/1995, del 23 novembre, del Codice Penale) agli articoli 301 e seguenti, in cui si mira a perseguire le persone che pongono in essere comportamenti volti ad acquisire, utilizzare, convertire o trasferire beni sapendo che provengono da un'attività criminale, nonché tutte quelle azioni volte a nascondere o coprire la loro origine illecita.

Questa condotta criminosa, inserita nella tipologia dei reati contro l'ordine socio-economico, mira a perseguire tutte quelle attività il cui minimo comune denominatore è la volontà di reintrodurre profitti illeciti derivanti da attività criminali, danneggiando così beni giuridici tutelati come la corretta circolazione o il traffico di beni e la libera concorrenza. Quello che il legislatore sta cercando di fare, in sintesi, è perseguire tutte quelle condotte che cercano di reintrodurre i frutti del crimine nell'economia legale, scoraggiando così la commissione di reati, poiché, come è noto, la maggior parte delle attività criminali è motivata dal fine di lucro del criminale.

In Spagna, la criminalizzazione di questa condotta è stata introdotta per la prima volta con una riforma del Codice Penale nel 1988, sebbene fosse limitata ai reati finanziari derivanti dal traffico di droga. Successivamente, con il Codice Penale del 1995, questo reato è stato esteso ai beni provenienti non solo dai reati di traffico di droga, ma da qualsiasi tipo di grave atto criminale, data la crescente espansione e internazionalizzazione delle attività criminali a livello finanziario, nonché delle attività terroristiche internazionali.

È quindi nel quadro della lotta a questa attività criminale che i governi di diversi Paesi, alla fine degli anni '80, hanno iniziato a interessarsi alla creazione di meccanismi giuridici per combattere questo fenomeno, ad esempio attraverso le raccomandazioni del GAFI approvate nel 1990 (istituzione nota in inglese come "Financial Action Task Force" creata dal G7), o nel quadro dell'Unione Europea, la Direttiva 2005/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 ottobre 2005.

Alla luce di quanto sopra, al fine di recepire il suddetto strumento comunitario, nel 2010 il legislatore spagnolo ha emanato la Legge 10/2010, del 28 aprile, sulla prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo (e successivamente il suo regolamento di attuazione approvato con il Real Decreto 304/2014, del 5 maggio), la pietra miliare della materia nell'ordinamento giuridico spagnolo, su cui si concentrerà la presente analisi, il cui scopo è proteggere l'integrità del sistema finanziario e di altri settori dell'attività economica stabilendo obblighi di prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo (articolo 1 della legge citata).

Quali comportamenti devono essere intesi come riciclaggio di denaro?

Come indicato in precedenza, lo scopo della Legge 10/2010 è quello di prevenire la commissione di comportamenti che possono essere considerati come riciclaggio di denaro. A tal fine, la legge stessa stabilisce un elenco delle attività che saranno considerate tali, ovvero:

  1. La conversione o il trasferimento di beni, sapendo che tali beni derivano da attività criminali o dalla partecipazione ad attività criminali, allo scopo di nascondere o mascherare l'origine illecita dei beni o di aiutare le persone coinvolte a sottrarsi alle conseguenze legali delle loro azioni.
  2. L'occultamento o la dissimulazione della natura, della fonte, dell'ubicazione, della disposizione, del movimento o della proprietà effettiva di beni o diritti, sapendo che tali beni derivano da attività criminali o dalla partecipazione ad attività criminali.
  3. L'acquisizione, il possesso o l'uso di beni, sapendo, al momento del ricevimento dei beni, che essi provengono da attività criminali o dalla partecipazione ad attività criminali.
  4. La partecipazione, l'associazione per commettere, il tentativo di commettere, il favoreggiamento, la consulenza o l'agevolazione della commissione di una delle attività di cui sopra, nonché l'associazione per commettere, il tentativo di commettere, il favoreggiamento, la consulenza o l'agevolazione della commissione di una delle attività di cui sopra.

Si noti inoltre che, ai sensi di questa legge, per proventi di reato si intendono tutti i tipi di beni la cui acquisizione o il cui possesso hanno origine da un reato, siano essi materiali o immateriali, mobili o immobili, tangibili o intangibili, nonché i documenti o gli strumenti legali, indipendentemente dalla loro forma, che attestano la proprietà di tali beni o un diritto su di essi.

Pertanto, la norma allo studio, da cui deriverà la necessità di concedere un atto di manifestazione della titolarità effettiva, mira a perseguire tutte queste condotte sopra descritte.

Chi sono i soggetti regolamentati dalla Legge 10/2010 sulla prevenzione del riciclaggio di denaro?

Al fine di contrastare l'insieme delle condotte criminose descritte nella domanda precedente, la legge ha istituito un elenco di persone o entità, denominate soggetti regolamentati, a cui sono stati imposti una serie di obblighi, che verranno dettagliati in seguito, tutti finalizzati al contrasto del riciclaggio di denaro.

Pertanto, ai sensi dell'articolo 2.1 della Legge 10/2010, i soggetti obbligati, e quindi gli obblighi del regolamento saranno applicabili, tra gli altri, agli istituti di credito, alle imprese di assicurazione autorizzate ad operare nel ramo vita e agli intermediari assicurativi, alle società di servizi di investimento, alle società di gestione di organismi di investimento collettivo, alle società di gestione di fondi pensione, alle società di gestione di entità di capitale di rischio e alle società di capitale di rischio la cui gestione non è affidata a una società di gestione, alle società di mutua garanzia. istituti di pagamento e istituti di moneta elettronica, persone che svolgono professionalmente attività di cambio valuta, servizi postali in relazione ad attività di giroconto o trasferimento, persone che svolgono professionalmente attività di intermediazione nella concessione di prestiti o crediti, promotori immobiliari e coloro che svolgono professionalmente attività di agenzia, commissione o intermediazione nella vendita o nell'acquisto di immobili, revisori dei conti, contabili esterni o consulenti fiscali, notai e conservatori dei registri immobiliari, commerciali e fondiari, ecc.

Come si può notare, un gran numero di settori economici e professionali sono obbligati sotto l'ombrello della Legge 10/2010, cosicché qualsiasi azienda che voglia operare con loro (ad esempio, aprendo un semplice conto corrente in un istituto finanziario, o concedendo qualsiasi tipo di strumento pubblico davanti a un notaio) dovrà avere un atto di manifestazione della titolarità effettiva, al fine di rispettare gli obblighi della suddetta normativa, il cui rispetto deve essere garantito dai suddetti soggetti obbligati.

Quali misure o obblighi stabilisce la Legge 10/2010 sulla prevenzione del riciclaggio di denaro?

La Legge 10/2010 sulla prevenzione del riciclaggio di denaro impone una serie di obblighi, noti come obblighi di due diligence, ai soggetti obbligati indicati nella domanda precedente, che possono a loro volta essere classificati in due categorie, ovvero misure normali e misure rafforzate.

Per quanto riguarda le misure normali, ve ne saranno tre principali, che verranno sviluppate di seguito:

  • Identificazione formale delle parti coinvolte nelle relazioni commerciali.
  • L'identificazione del titolare effettivo delle parti dei rapporti commerciali.
  • La determinazione dello scopo e della natura prevista del rapporto commerciale.

In primo luogo, quindi, i soggetti obbligati, ai sensi dell'articolo 3 della Legge 10/2010 sulla prevenzione del riciclaggio di denaro, sono tenuti a identificare qualsiasi persona fisica o giuridica che intenda stabilire relazioni commerciali o partecipare a qualsiasi transazione.

Pertanto, in nessun caso i soggetti obbligati possono intrattenere rapporti commerciali o effettuare transazioni con persone fisiche o giuridiche che non siano state debitamente identificate, e in particolare è vietata l'apertura, la contrattazione o il mantenimento di conti, libretti, beni o altri strumenti numerati, codificati, anonimi o con nomi fittizi.

L'identificazione formale deve essere effettuata mediante documenti affidabili (ad esempio, la Carta d'Identità Nazionale per le persone fisiche o le copie autenticate degli atti costitutivi nel caso delle società), e l'articolo 6 del suddetto regolamento di attuazione deve essere consultato per sapere quali documenti sono considerati validi ai fini di questa identificazione formale.

In secondo luogo, per quanto riguarda l'identificazione del titolare effettivo (articolo 4 della Legge 10/2010 sulla prevenzione del riciclaggio di denaro e articolo 8 del suo regolamento attuativo), si dedicherà una domanda specifica di seguito, dato che questa è la ragion d'essere dell'atto di manifestazione della titolarità effettiva, che è oggetto di analisi in queste domande e risposte. Tuttavia, a titolo esemplificativo, si può intendere la necessità di identificare le persone fisiche per conto delle quali si intende instaurare il rapporto commerciale, nonché le persone fisiche che detengono una partecipazione significativa nel capitale delle società per conto delle quali si intendono avviare i rapporti economici in questione.

In questo ambito, gli enti obbligati saranno anche tenuti a determinare la struttura proprietaria e di controllo delle entità giuridiche con cui intrattengono rapporti commerciali, il che nella pratica, ad esempio nei rapporti con le istituzioni finanziarie, implica spesso la necessità che l'amministratore della società rediga e firmi un organigramma che mostri la composizione dell'azionariato della società in questione e del gruppo di società a cui essa può appartenere.

In definitiva, la legge obbliga i soggetti obbligati a determinare lo scopo e la natura del rapporto d'affari previsto (articolo 5 della legge 10/2010 sulla prevenzione del riciclaggio di denaro), ossia sono tenuti a conoscere la natura dell'attività professionale o imprenditoriale delle persone con cui stipulano il contratto, nonché a verificare ragionevolmente la veridicità di tali informazioni. Allo stesso modo, la normativa li obbliga a un monitoraggio continuo di questo rapporto d'affari (articolo 6 della legge 10/2010, sulla prevenzione del riciclaggio), il tutto finalizzato a rilevare eventuali scostamenti tra l'attività dichiarata e l'operatività abituale, interpretando tale incongruenza come un possibile segnale d'allarme.

Inoltre, in alcuni casi particolari, la legge richiede l'applicazione di misure più severe o più restrittive, attraverso l'impiego delle suddette misure di diligenza rafforzata, che si applicheranno nei rapporti d'affari e nelle transazioni non faccia a faccia, nelle operazioni bancarie di corrispondenza transfrontaliere e nei rapporti con persone di pubblica responsabilità (per maggiori dettagli su queste misure, si vedano gli articoli da 11 a 16 della Legge 10/2010, sulla prevenzione del riciclaggio di denaro).

Infine, va segnalato che la Legge 10/2010 sulla prevenzione del riciclaggio, al fine di garantire il rispetto di tali obblighi, stabilisce un sistema sanzionatorio (si vedano gli articoli da 50 a 62 della stessa) che dettaglia un elenco di reati che possono essere commessi (come, ad esempio, la mancata identificazione formale delle parti coinvolte in un rapporto d'affari o la mancata identificazione del reale proprietario), Nei casi più gravi, possono essere comminate sanzioni pecuniarie fino a un milione e cinquecentomila euro o possono essere revocate le autorizzazioni amministrative a operare nei mercati regolamentati, quando ciò sia necessario data la natura dell'attività.

Come si concretizza l'obbligo di identificare il titolare effettivo?

Come indicato in precedenza, uno degli obblighi imposti alle entità regolamentate dalla Legge 10/2010 sulla prevenzione del riciclaggio di denaro è l'identificazione del titolare effettivo, il che implica che esse devono adottare le misure necessarie per verificare l'identità del titolare prima di instaurare rapporti d'affari o eseguire qualsiasi transazione.

Ai fini della suddetta norma, in virtù di quanto disposto dall'articolo 4 della stessa e dall'articolo 8 del regolamento di attuazione, per quanto riguarda le persone giuridiche, per titolare effettivo si intende il titolare effettivo:

  • La persona o le persone fisiche che possiedono o controllano, direttamente o indirettamente, più del 25% del capitale o dei diritti di voto della persona giuridica.
  • La persona o le persone fisiche che, in base a un accordo o a una disposizione statutaria o in altro modo, esercitano un controllo, diretto o indiretto, sulla gestione di una persona giuridica.
  • Se nessuna persona fisica possiede o controlla, direttamente o indirettamente, più del 25% del capitale o dei diritti di voto di una persona giuridica, o comunque esercita un controllo su di essa, si riterrà che l'amministratore o gli amministratori esercitino tale controllo.
Vedi altre domande frequenti

Quali sono gli effetti per le società dell'obbligo di identificare il titolare effettivo?

Come indicato nelle domande precedenti, tutti i soggetti obbligati (tra cui, ad esempio, gli istituti finanziari, le compagnie di assicurazione, le società di gestione patrimoniale, le società immobiliari, i notai e i conservatori) sono effettivamente tenuti a identificare il beneficiario effettivo nei termini indicati nella domanda precedente.

Pertanto, qualsiasi società che intenda svolgere un'attività economica o commerciale e abbia bisogno di stabilire rapporti con istituti finanziari per ottenere conti correnti o finanziamenti, per svolgere attività immobiliari, per investire i propri beni o per compiere qualsiasi tipo di atto (come il cambio di amministratori, il conferimento di una procura, l'autenticazione di delibere societarie, ecc.

Per facilitare questo compito, l'ordinamento giuridico ha previsto l'atto di manifestazione della titolarità effettiva, in virtù del quale l'amministratore o un delegato della società si presenta davanti a un notaio di sua scelta e deposita un atto in cui dichiara quale o quali persone sono da considerarsi titolari effettivi ai fini della Legge 10/2010, sulla prevenzione del riciclaggio di denaro.

Il fatto è che in nessuna parte della legge o dei suoi regolamenti attuativi si dice che è obbligatorio avere questo atto. Tuttavia, la prassi notarile indica che ciò è altamente raccomandato per due ragioni principali:

  • In primo luogo, perché, come abbiamo già visto, sono molte le parti obbligate a rispettare questa legge, tanto che attualmente le aziende devono dimostrare praticamente ogni giorno la loro reale proprietà per poter avviare rapporti commerciali. Pertanto, se dispongono di un documento notarile che gode di pubblica fede, con la semplice esibizione del documento, tale procedura si riterrà adempiuta, facilitando e velocizzando le transazioni commerciali e i rapporti d'affari che si vogliono intraprendere.
  • In secondo luogo, perché l'indicazione dell'avente diritto economico in un atto individualizzato garantisce molto meglio la riservatezza dei dati, in quanto in tutti gli atti che vengono stipulati (ad esempio nella compravendita di un immobile) si farà semplicemente riferimento al fatto che l'obbligo di identificare l'avente diritto economico è stato adempiuto facendo riferimento all'atto in questione, senza indicarne il contenuto specifico, il che può contribuire a salvaguardare maggiormente la protezione dei dati di questi aventi diritto economico.

Quali società sono esentate dall'obbligo di identificare il titolare effettivo?

L'obbligo di identificare il titolare effettivo sarà un requisito generale. Tuttavia, in alcuni casi, sarà possibile applicare misure di due diligence semplificate (articoli 9 e 10 della Legge 10/2010 sulla prevenzione del riciclaggio di denaro), il che consente, ai sensi dell'articolo 15 del regolamento di attuazione, di non dover identificare il titolare effettivo per le seguenti entità:

  • Enti di diritto pubblico degli Stati membri dell'Unione europea o di paesi terzi equivalenti.
  • Società o altri soggetti giuridici controllati o posseduti a maggioranza da enti di diritto pubblico degli Stati membri dell'UE o di paesi terzi equivalenti.
  • Istituti finanziari (ad eccezione degli istituti di pagamento) domiciliati nell'Unione Europea o in paesi terzi equivalenti che sono soggetti a vigilanza per garantire il rispetto degli obblighi di prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo, nonché le loro filiali o consociate.
  • Società quotate i cui titoli sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato dell'Unione Europea o di paesi terzi equivalenti, nonché le loro filiali e le loro controllate di maggioranza.

Che cos'è il Real Holder Database?

Si noti inoltre che, ai sensi dell'articolo 9.6 del Regolamento di attuazione della Legge 10/2010 sulla prevenzione del riciclaggio di denaro, per adempiere all'obbligo di identificazione e verifica dell'identità del titolare effettivo, i soggetti obbligati possono accedere alla banca dati della titolarità effettiva del Consiglio Generale del Notariato, previa stipula del relativo accordo di formalizzazione.

In tal modo, attraverso i dati generati dall'Indice Notarile Unico Informatico, i notai lo informano di tutti gli atti e i documenti in cui è indicata la titolarità effettiva di una società, ai fini dell'integrazione di tali dati nella suddetta banca dati della titolarità effettiva, che può essere accessibile e consultata dai soggetti obbligati al fine di adempiere agli obblighi imposti dalla legge.

Infine, è necessario tenere presente che in ambito notarile esiste un altro organismo legato alla prevenzione del riciclaggio di denaro, chiamato Organismo centralizzato di prevenzione, che fa capo anch'esso al Consiglio generale del notariato ed è regolato dall'ordinanza EHA/2963/2005, che analizzerà le operazioni autorizzate dai notai e comunicate attraverso l'Indice unico, Nel caso in cui vengano rilevati indizi o certezze di possibili operazioni di riciclaggio di denaro, verrà informato il Servizio Esecutivo della Commissione per la Prevenzione del Riciclaggio di Denaro e dei Reati Monetari, che è un organo indipendente collegato al Ministero dell'Economia e la cui missione è quella di sviluppare una politica preventiva contro il riciclaggio di denaro. 

Come posso richiedere un atto di manifestazione del titolo?

Per richiedere un atto notarile è sufficiente contattare lo studio notarile (chiamando il numero di telefono di contatto dello studio notarile o via e-mail all'indirizzo mercantil@jesusbenavides.es) e fissare un appuntamento in un giorno e in un orario adatti alle parti interessate.

Alla data e all'ora concordate, le parti interessate devono semplicemente presentarsi presso lo studio notarile con la documentazione necessaria (si veda la sezione sulla documentazione necessaria) per firmare l'atto corrispondente, che sarà redatto sulla base del contenuto minimo richiesto dalla legge e delle aspettative e necessità dei clienti in questione.

Chi deve assistere all'atto di sottoscrizione dell'atto di manifestazione del titolo di proprietà?

Alla firma dell'atto davanti al notaio deve essere presente solo l'amministratore o il rappresentante della società che sottoscrive l'atto, mentre non è necessario che sia presente la persona che detiene la proprietà effettiva della società.

Quando riceverò il certificato di proprietà?

Il giorno stesso della firma, dopo pochi minuti, mi verrà consegnata una copia autentica dell'atto di proprietà appena autorizzato, in modo da poterla utilizzare per espletare tutte le formalità necessarie.

Articoli correlati

Passo 6

Fissare un appuntamento