Eredità e donazioni

Accettazione dell'eredità

Passo 1

Che cos'è l'accettazione e la divisione dell'eredità?

È il documento notarile con cui gli eredi di una persona deceduta accettano formalmente la loro eredità e procedono alla relativa distribuzione tra di loro. In questo modo diventano i nuovi proprietari di tutti i beni e i diritti dell'eredità della persona deceduta.

Passo 3

Quanto costa accettare e distribuire un'eredità davanti a un notaio?

Vedi bilancio indicativo

Si tratta di una stima puramente informativa e non vincolante. Si calcola sulla base di due criteri: 1) la conoscenza della Tariffa Notarile (Regio Decreto 1426/1989, 17 novembre 1989). (Decreto reale 1426/1989, del 17 novembre) e 2) la nostra esperienza quotidiana nella preparazione di questo tipo di documenti notarili. Tuttavia, qualsiasi variazione (in aumento o in diminuzione) sarà debitamente giustificata al momento dell'emissione della fattura finale per il servizio notarile reso.

Passo 4

Altre domande frequenti

In cosa consistono l'accettazione e la divisione dell'eredità?

Come già osservato nella trattazione degli altri istituti del diritto successorio, la prima, e forse principale, questione di fondo da tenere in considerazione è che la morte delle persone è un fatto naturale, una realtà biologica immutabile e inevitabile che riguarda tutti gli esseri umani, poiché tutti noi, prima o poi, moriamo.

Questa realtà, al di là del dolore e del dispiacere che genera in tutti i parenti e i cari della persona deceduta, genera una serie di conseguenze nella sfera patrimoniale degli individui che devono essere ordinate e risolte, poiché ogni essere umano, quando muore, in misura maggiore o minore, ha una serie di beni, diritti e obblighi il cui titolare è passato a miglior vita. Logicamente, è necessario determinare la nuova proprietà di tutti questi beni, diritti e obblighi, per garantire la certezza del diritto, la conservazione e il mantenimento di tali beni, diritti e obblighi e del valore che custodiscono, nonché la continuazione delle attività e dei rapporti giuridici che derivano da tali beni e che apportano valore e ricchezza alla società.

Su questa base, il legislatore spagnolo, consapevole della trascendenza che queste situazioni generano nella vita e nella morte delle persone, ha stabilito da tempo un insieme di norme giuridiche che regolano la successione delle persone, cioè l'insieme di norme che devono regolare come si determina la nuova proprietà dei beni, dei diritti e degli obblighi di una persona quando questa muore. Attualmente, queste norme si trovano nel Titolo III del Libro III del Codice Civile, che comprende un gran numero di precetti (il che indica di per sé l'importanza dell'argomento), in particolare gli articoli da 657 a 1087.

Allo stesso modo, tutte queste norme statali sono integrate dalle disposizioni del diritto civile forale o autonomo di alcune comunità autonome, che hanno un proprio diritto civile in materia che sarà applicabile a tutte le persone il cui stato civile lo determina.

Nel corso dello studio degli istituti del diritto successorio finora analizzati, il lettore avrà imparato a conoscere le caratteristiche principali dei diversi titoli ereditari, ossia i diversi modi in cui è possibile determinare la nuova proprietà dei beni, i diritti e gli obblighi di una persona deceduta. 

A questo punto, una volta stabilito a quali soggetti specifici corrispondono i diritti successori del defunto, è il momento di analizzare e studiare le caratteristiche principali degli strumenti che permetteranno a questi soggetti, chiamati eredi o legatari come abbiamo già visto, di diventare effettivamente i nuovi proprietari del patrimonio del defunto, essendo già a tutti gli effetti i nuovi titolari dei beni, dei diritti e degli obblighi che compongono l'eredità.

È quindi nell'ambito di questi strumenti che può essere inserito l'atto di accettazione e di divisione dell'eredità, in virtù del quale gli eredi designati nei suddetti atti compaiono davanti a un notaio con l'obiettivo di esprimere formalmente e inequivocabilmente la loro volontà di diventare i nuovi proprietari del patrimonio della persona deceduta che ha causato la successione. Pertanto, attraverso questo strumento pubblico, qualsiasi legittimario può, in modo definitivo, assumere formalmente la proprietà dei beni, dei diritti e degli obblighi che gli corrispondono dall'eredità, data la sua condizione di erede.

Qual è lo scopo dell'atto di accettazione e di divisione dell'eredità e dell'assegnazione del legato?

Come appena evidenziato nel quesito precedente, con l'atto di accettazione e divisione dell'eredità, gli eredi o legatari dell'eredità esprimeranno prima, formalmente e solennemente, la loro volontà di diventare i nuovi proprietari del patrimonio del defunto che ha causato la successione, al fine di distribuire successivamente tale patrimonio tra loro nella porzione corrispondente a ciascuno di essi, successivamente distribuire tra loro il suddetto patrimonio nella porzione corrispondente a ciascuno di essi, il tutto in virtù delle disposizioni stabilite a tal fine dal defunto nel testamento o nel patto successorio o, in mancanza, delle norme stabilite a tal fine per i casi di successione intestata.

Detto questo, in relazione all'accettazione dell'eredità, è opportuno sottolineare i seguenti aspetti principali che gli utenti devono considerare:

In primo luogo, è indubbiamente necessario avere ben chiaro che l'accettazione dell'eredità (o, in mancanza, il ripudio o la rinuncia alla stessa, istituto a cui è dedicata un'altra sezione che potete consultare) è un atto del tutto volontario e libero. Ciò significa che la volontà di diventare il nuovo proprietario dei beni, dei diritti e degli obblighi del defunto è un atto interamente soggetto alla libera volontà degli eredi e/o dei legatari, i quali, in ogni caso specifico, devono valutare la situazione patrimoniale del defunto o altre considerazioni morali per stabilire se desiderano o meno diventare i nuovi proprietari dei beni, dei diritti e degli obblighi che appartenevano alla persona defunta che ha causato la successione. In linea di principio, quindi, qualsiasi persona (con alcune eccezioni che verranno discusse in seguito), se designata come erede o legatario di un'altra, alla morte di quest'ultima, potrà decidere se accettare o meno la sua eredità.

Allo stesso modo, è necessario tenere presente che gli effetti dell'accettazione dell'eredità sono sempre retroattivi al momento della morte della persona a cui sono stati ereditati, in modo che attraverso questa finzione giuridica si realizzi una continuità nella titolarità di tutti i beni, diritti e obblighi del defunto, in quanto ciò significa che in nessun momento si è verificata una situazione di vacanza nella loro titolarità, dissipando i dubbi che questa situazione potrebbe creare intorno a tale patrimonio.

Ciò premesso, occorre anche ricordare che l'accettazione dell'eredità (o, a seconda dei casi, il ripudio o la rinuncia alla stessa), non può essere fatta in modo parziale, frazionato o condizionato, per cui quando una persona accetta un'eredità, lo fa con tutte le sue conseguenze, assumendo tutti i beni, i diritti e gli obblighi della stessa, Non è possibile selezionare i beni specifici che si desidera ereditare (ad esempio, non è possibile intendere di ereditare un bene di grande valore dell'eredità libero da gravami e non il resto dei beni dell'eredità di valore inferiore e/o soggetti a gravami o vincoli come le ipoteche), né subordinare tale accettazione a un termine o a una condizione (ad esempio, intendere di accettare un'eredità e che questa abbia effetto dopo un anno). 

D'altra parte, come è logico, per poter accettare l'eredità (e, se del caso, ripudiarla) è necessario che vi sia l'assoluta certezza del fatto della morte del defunto, nonché del diritto all'eredità stessa, Pertanto, in tutti gli atti di accettazione dell'eredità, sarà necessario fornire una prova certa sia della morte del defunto che della qualità di erede o legatario dei concedenti, presentando a tal fine il relativo certificato di morte (o, se del caso, la testimonianza della sentenza definitiva che dichiara la morte) e gli eventuali titoli ereditari esistenti.

Allo stesso modo, chi è interessato a stipulare un atto di accettazione e partecipazione all'eredità deve tenere presente che una volta stipulato è irrevocabile, per cui una volta che l'atto pubblico è stato compiuto i suoi effetti non possono essere annullati, salvo i casi di vizi del consenso (cioè errore, violenza, intimidazione o frode) o se compare una volontà ignota che invalida l'accettazione avvenuta.

<ejemplo>Así pues, por ejemplo, si se acepta una herencia consistente en un inmueble, creyendo que su potencial de revalorización es muy elevado, y una vez aceptada, el nuevo propietario se percata de que éste no es tal y de que el coste de mantenimiento del mismo es muy elevado, éste no podrá luego renunciar a la herencia, sino que deberá asumir las consecuencias del acto de aceptación, integrando dicho inmueble en su patrimonio y gestionándolo como mejor sepa o pueda.<ejemplo>

Come ultima questione da evidenziare nell'ambito generico dell'accettazione dell'eredità, gli interessati devono anche sapere che gli eredi che hanno sottratto o occultato effetti dell'eredità (cioè beni o diritti che potrebbero accrescere la massa patrimoniale degli stessi), perdono il potere di rinunciarvi, per cui rimarranno con il carattere di eredi puri e semplici, ferme restando, logicamente, le sanzioni in cui possono essere incorsi per questa condotta fraudolenta o sleale.

<ejemplo>A modo de ejemplo, en el supuesto de que un coheredero ocultare al resto la existencia de una joya de elevado valor del causante, y ello fuere descubierto por el resto, este heredero perderá luego el derecho a renunciar a la herencia, de modo que deberá aceptarla con todas las consecuencias que ello pueda comportar para su patrimonio, por ejemplo en caso de que se tratare de una herencia dañosa (es decir, en la que las cargas u obligaciones sean mayores que el valor de los bienes y derechos de la misma).<ejemplo>

Quali sono gli effetti dell'accettazione dell'eredità sul patrimonio degli eredi?

Come già indicato nelle domande precedenti, l'accettazione dell'eredità comporta una surrogazione dell'erede o del legatario nella precedente posizione del defunto, in quanto diventa il nuovo proprietario di tutti (o di quelli a cui ha diritto) i beni, i diritti e gli obblighi della persona defunta della cui successione si tratta.

Questa particolarità deve essere tenuta presente, poiché quando si accetta un'eredità (a meno che non si faccia con beneficio d'inventario, possibilità che verrà spiegata più avanti), l'erede risponde di tutti i pesi dell'eredità, non solo con i beni dell'eredità, ma anche con i propri. Così, quando l'eredità viene accettata, tutti i beni del defunto si integrano nel patrimonio dell'erede, cosicché quest'ultimo beneficerà dell'incremento patrimoniale che tali beni o diritti generano, ma può anche essere danneggiato dalle perdite derivanti dagli oneri o dagli obblighi dell'eredità, cui deve far fronte non solo con i beni dell'eredità, ma anche con tutti i propri beni.

Si tratta quindi di una circostanza da tenere in considerazione quando esistono ragionevoli dubbi sul valore dei beni e dei diritti ereditari in relazione agli oneri o agli obblighi che questi possono comportare, poiché l'accettazione dell'eredità può diventare un evento negativo nel patrimonio dell'erede o del legatario, generando un pregiudizio che lo erode.

Quali sono i modi per accettare un'eredità?

Le eredità possono essere accettate puramente e semplicemente o con beneficio di inventario. 

Data la complessità e le caratteristiche differenzianti della seconda modalità, ad essa sarà dedicata una domanda specifica più avanti, ma a grandi linee gli interessati devono sapere che con l'accettazione pura e semplice l'erede diventa il nuovo titolare di tutti i beni, diritti e obblighi del defunto, tenendo conto che per quanto riguarda le obbligazioni e i debiti risponderà sia con i beni dell'eredità sia con il proprio patrimonio. D'altra parte, con l'accettazione con beneficio d'inventario, l'erede si assicura che, in caso di debiti o altri oneri ereditari, questi possano essere soddisfatti solo con i beni e i diritti dell'eredità e nella misura di questi.

Fatta questa prima differenziazione (che viene approfondita nel quesito successivo), occorre anche tenere presente che, a sua volta, l'accettazione pura e semplice può essere espressa o tacita: l'accettazione espressa è quella che viene fatta in un atto pubblico o privato, mentre l'accettazione tacita è quella che viene fatta con atti che implicano necessariamente la volontà di accettare, o che non si sarebbe legittimati a compiere se non in qualità di eredi.

Pertanto, l'eredità pura e semplice può essere canalizzata attraverso due canali principali, quali il canale espresso, che implica un canale formalizzato e regolamentato che viene stabilito in un documento (che può essere pubblico, cioè per atto, o privato), o il canale tacito, noto come canale di fatto, in virtù del quale l'erede, con i propri atti, lascia dedurre in modo chiaro e inequivocabile che la sua volontà è quella di accettare l'eredità. I casi tipici di accettazione tacita dell'eredità sono quelli in cui l'erede vende, dona o assegna il suo diritto a un terzo, a tutti i suoi coeredi o ad alcuni di essi; oppure quando l'erede rinuncia all'eredità, anche gratuitamente, a beneficio di uno o più dei suoi coeredi.

Cosa comporta l'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario?

L'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario è una figura giuridica che viene utilizzata principalmente nei casi in cui vi sono ragionevoli dubbi sul fatto che le passività dell'eredità saranno superiori alle attività. Per evitare che questa circostanza abbia un impatto negativo sul patrimonio dell'erede, questa figura consente di proteggere il patrimonio dell'erede, in senso lato, impedendo che i debiti o i crediti dell'eredità siano soddisfatti con beni e diritti del patrimonio dell'erede, in modo che questi possano essere soddisfatti solo con beni e diritti dell'eredità stessa.

Il diritto di accettare l'eredità con beneficio d'inventario può essere esercitato da qualsiasi erede, anche se vietato dal testatore, e può essere esercitato solo davanti a un notaio. Quando un erede intende esercitare il diritto di accettare l'eredità con beneficio d'inventario, è necessario redigere un inventario fedele ed esatto di tutti i beni dell'eredità, che descriva dettagliatamente tutti i beni, i diritti e gli obblighi dell'eredità e la loro valutazione economica.

Se si applicano le norme del diritto civile catalano, l'eredità può essere accettata con beneficio d'inventario, a condizione che venga fatto un inventario (articoli da 461-14 a 461-16 del Codice civile della Catalogna). L'inventario, che deve essere redatto entro sei mesi (a partire dal momento in cui l'erede conosce o può ragionevolmente conoscere la delazione), deve essere formalizzato davanti a un notaio o in forma scritta indirizzata al Giudice competente e deve includere tutti i beni relitti (senza necessità di valutarli), nonché i debiti e i pesi ereditari, con l'indicazione del loro ammontare.

Nel caso in cui si opti per questa via (articolo 461-20 del Codice Civile della Catalogna), ossia l'accettazione a beneficio dell'inventario, è necessario specificare che:

  • L'erede non risponde delle obbligazioni del defunto e dei pesi dell'eredità con il proprio patrimonio, ma solo con i beni dell'eredità.
  • I diritti e le pretese dell'erede nei confronti dell'eredità, per i quali può essere effettuato un pagamento, e gli obblighi dell'erede nei confronti dell'eredità, sopravvivono senza essere estinti dalla confusione.
  • Finché i debiti del defunto e i pesi dell'eredità non sono stati pagati per intero, i beni dell'eredità non possono essere confusi con quelli dell'erede a scapito dei creditori dell'eredità o dell'erede.

Se, invece, si applicano le norme di diritto comune, si devono prendere in considerazione le seguenti questioni:

  • Se l'eredità (o parte di essa) è in possesso dell'erede e questi vuole avvalersi del beneficio d'inventario, deve informare il notaio e chiedere che entro trenta giorni (dal momento in cui si sa che è l'erede) venga redatto l'inventario, convocando i creditori e i legatari.
  • Se l'erede non è in possesso dell'eredità, il termine di trenta giorni si computa dal giorno successivo alla scadenza del termine di trenta giorni di calendario fissato anch'esso per accettare o ripudiare l'eredità in virtù dell'interpellanza ereditaria di cui all'articolo 1005 del Codice civile (a cui si è già fatto riferimento), oppure dal giorno in cui ha accettato o ha agito come erede.
  • In tutti gli altri casi (cioè quando l'erede non è in possesso dell'eredità e non è stata utilizzata l'interpellatio in iure), se non è stata presentata alcuna istanza nei confronti dell'erede, quest'ultimo può accettare con beneficio d'inventario purché l'azione di rivendicazione dell'eredità non sia prescritta, il che avverrà entro i termini previsti dagli articoli da 1.963 a 1.965 del Codice civile (che stabiliscono, ad esempio, il termine di trent'anni per le azioni reali sui beni immobili).

In ogni caso, una volta esercitato il diritto di accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario, questo inizia entro trenta giorni dalla convocazione dei creditori e dei legatari e termina entro i sessanta giorni successivi, a meno che non si verifichino circostanze eccezionali (ad esempio, un numero elevato di beni), nel qual caso il notaio può prorogare tale termine per tutto il tempo che ritiene necessario, ma non può superare un anno.

Per quanto riguarda i principali effetti dell'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario, l'articolo 1023 del Codice Civile stabilisce che:

  1. L'erede non è tenuto a pagare i debiti e gli altri oneri dell'eredità, ma solo nella misura dei beni ereditari.
  2. L'erede conserva nei confronti dell'eredità tutti i diritti e le pretese che aveva nei confronti del defunto.
  3. La proprietà privata dell'erede non deve essere confusa con i beni appartenenti all'eredità per nessun motivo, a danno dell'erede.

Tuttavia, è necessario anche tenere conto del fatto che l'erede perderà il beneficio dell'inventario (articolo 1024 del Codice civile):

  1. Se omette consapevolmente di includere nell'inventario qualsiasi bene, diritto o quota dell'eredità.
  2. Se, prima di aver completato il pagamento dei debiti o dei lasciti, dispone di beni dell'eredità senza l'autorizzazione di tutti gli interessati, o se non dà al prezzo di ciò che viene venduto la richiesta determinata al momento del rilascio dell'autorizzazione.

Infine, una volta redatto l'inventario, si procederà al soddisfacimento delle pretese dei creditori e al pagamento dei legati, dopodiché l'erede sarà lasciato nel pieno godimento del resto dell'eredità (se presente). D'altra parte, se i beni ereditari non sono sufficienti a pagare i debiti e i legati, l'amministratore dell'eredità deve rendere conto della sua amministrazione ai creditori e ai legatari che non sono stati pagati per intero, e deve rispondere dei danni che può aver causato all'eredità per colpa o negligenza.

Vedi altre domande frequenti

Chi può accettare un'eredità?

Per quanto riguarda i soggetti che possono concedere l'atto di accettazione e di divisione dell'eredità, innanzitutto, come non può essere altrimenti, devono essere legittimati a farlo, il che si verifica quando sono stati designati come eredi in virtù di un qualsiasi titolo ereditario.

Detto questo, per quanto riguarda la capacità dei concedenti, occorre tenere presente che tutti coloro che dispongono liberamente dei propri beni possono accettare o ripudiare un'eredità, il che equivale alla piena capacità di agire, che si raggiunge con la maggiore età, cioè a diciotto anni.

Pertanto, le persone fisiche che non si trovano in tale situazione, come i minori, possono accettare un'eredità debitamente rappresentata dai titolari della potestà genitoriale. Per quanto riguarda le persone incapaci, è necessario tenere presente che il tutore avrà bisogno di un'autorizzazione giudiziaria per accettare qualsiasi eredità. 

Per quanto riguarda le persone fisiche, è necessario sottolineare, infine:

  • Quando il defunto era sposato in regime di comunione dei beni, il coniuge superstite deve essere presente all'accettazione dell'eredità per procedere alla liquidazione della comunione dei beni.
  • Che quando l'eredità è stata devoluta ai poveri in generale, senza l'individuazione di persone specifiche, le persone designate dal testatore saranno responsabili della sua qualificazione, nonché della distribuzione dei beni e, in mancanza della designazione di tali persone, dalle autorità delineate nelle norme civili, che, in ogni caso, si intendono accettate a beneficio dell'inventario.
  • Che quando l'eredità è accettata senza beneficio d'inventario da una persona sposata e l'altro coniuge non assiste all'accettazione per dare il suo consenso, i beni dell'unione coniugale non rispondono dei debiti ereditari.

Infine, va notato che quando gli eredi o i legatari designati non sono persone fisiche, ma associazioni, fondazioni o società in grado di acquisire eredità, i loro rappresentanti legittimi possono accettare l'eredità, ma per ripudiarla richiedono l'approvazione giudiziaria con l'audizione del Pubblico Ministero. Per quanto riguarda le amministrazioni pubbliche, esse possono accettare o ripudiare le eredità solo previa approvazione del Governo.

Un erede può rinunciare a un'eredità per evitare che i beni ereditati vengano utilizzati per soddisfare i suoi debiti precedenti?

Talvolta, alcune persone che hanno passività significative, ossia debiti verso terzi di importo elevato che non possono soddisfare con la loro capacità di generare redditi ricorrenti o con il loro patrimonio, quando sono designate come eredi o legatari in un'eredità, possono essere tentate di ripudiare l'eredità, al fine di evitare che i beni o i diritti ereditati entrino a far parte del loro patrimonio, in modo da poter essere attaccati da questi creditori per soddisfare le loro richieste.

Questo atteggiamento sleale nei confronti dei creditori è arginato dalla legge, in virtù della quale, se un erede ripudia l'eredità a scapito dei suoi creditori, questi ultimi possono chiedere al giudice di autorizzarli ad accettarla per suo conto. In tal caso, l'accettazione andrà a beneficio dei creditori solo nella misura in cui è sufficiente a coprire l'importo dei loro crediti, ma se c'è un'eccedenza (cioè un surplus dopo la liquidazione di questi debiti), non sarà comunque assegnata alla parte rinunciataria, ma sarà assegnata alle persone a cui corrisponde secondo le norme sulla successione.

Se ci sono più eredi, tutti devono accettarlo o rinunciarvi?

Come già detto, l'accettazione dell'eredità è un atto completamente libero e volontario, che dipende esclusivamente dalla volontà di ciascuno degli eredi.

Questo principio generale è espressamente affermato nel diritto civile, che stabilisce che quando ci sono più eredi chiamati all'eredità, alcuni possono accettarla e gli altri possono rinunciarvi. Allo stesso modo, ciascuno degli eredi sarà completamente libero di accettare l'eredità puramente o semplicemente o con beneficio d'inventario.

Se ci sono più eredi e uno di loro non vuole accettare o rinunciare all'eredità, come si può procedere?

Tradizionalmente, ci sono state molte controversie e liti in quelle situazioni in cui, quando ci sono più coeredi, alcuni di loro non decidono se vogliono davvero accettare o rinunciare all'eredità a cui sono stati chiamati, dato che la porzione corrispondente a ciascuno dei coeredi può logicamente dipendere da questo.

Se sono applicabili le norme di diritto comune, si deve applicare il principio stabilito dall'articolo 1004 del Codice civile, secondo il quale, fino a nove giorni dopo la morte del defunto, non si può agire contro l'erede per accettazione o ripudio.

Trascorso questo breve periodo di tempo, i coeredi possono stipulare il relativo atto di accettazione dell'eredità, per il quale dovranno sapere se tutti desiderano accettare o rinunciare all'eredità. Tuttavia, come già detto, può accadere che alcuni di questi eredi non decidano in merito, il che può indubbiamente essere dannoso per gli altri coeredi.

Per evitare che questo tipo di situazione si protragga nel tempo, l'ordinamento giuridico ha creato a questo scopo la figura tradizionalmente nota come interpellatio in iure o interpellatio hereditaria, attualmente disciplinata dall'articolo 1.005 del Codice Civile. In virtù di ciò, qualsiasi interessato che possa dimostrare il proprio interesse all'accettazione o al ripudio dell'eredità da parte dell'erede (in questo caso soprattutto gli altri coeredi o coloro che potrebbero diventare eredi grazie alla rinuncia dell'erede), può recarsi dal notaio affinché quest'ultimo comunichi al chiamato che ha un termine di trenta giorni di calendario per accettare puramente e semplicemente, o per beneficio d'inventario, o per ripudiare l'eredità.

Questa interpellanza (che tradizionalmente era di competenza giudiziaria, ma che in virtù della Legge 15/2015 sulla Volontaria Giurisdizione è stata assegnata ai Notai) verrà effettuata tramite un atto notarile, in cui si indicherà che se la volontà non viene espressa entro tale termine, si intenderà che l'eredità è stata accettata puramente e semplicemente. 

In questo modo, l'erede interpellato avrà il termine indicato per esprimere la propria volontà, il cui silenzio o la cui mancata risposta saranno interpretati positivamente, in quanto, come appena commentato, equivarranno a un'accettazione pura e semplice dell'eredità, con tutti gli effetti che ciò può comportare, a cui si è già fatto riferimento nelle precedenti domande.

Nell'ambito del diritto civile catalano, è necessario sottolineare che nel caso in cui l'eredità venga chiamata (nel qual caso il termine è di due mesi), il silenzio in risposta alla richiesta sarà inteso come negativo, poiché in tal caso si intenderà che l'erede ripudia l'eredità, a meno che l'erede non sia minorenne o incapace, nel qual caso si intenderà che lo accetta a beneficio dell'inventario (articolo 461-12.2 e 3 del Codice civile della Catalogna).

Quale sarà l'oggetto dell'accettazione dell'eredità?

Nell'atto di accettazione e divisione dell'eredità, gli eredi e i legatari devono descrivere l'intera eredità, cioè l'insieme dei beni, dei diritti e degli obblighi precedentemente posseduti dalla persona deceduta, la cui successione è la causa dell'eredità.

L'atto deve quindi identificare tutte le attività e le passività, che possono essere di ogni tipo e condizione, come beni immobili, attività finanziarie, depositi a vista, veicoli, azioni o titoli, prestiti e crediti, ecc. 

In questo atto si procederà a una valutazione economica di tutti loro, procedendo a ottenere un valore congiunto dell'eredità, sommando tutte le attività dell'eredità e sottraendo il valore delle sue passività, che sarà noto come valore totale dell'eredità o eredità relitta.

Chi può richiedere la divisione dell'eredità?

Come si è detto, con la divisione dell'eredità, i coeredi dell'eredità procederanno a distribuire l'eredità tra loro, assegnando a ciascuno i beni, i diritti e gli obblighi o la parte di essi che gli corrispondono, secondo le disposizioni del corrispondente atto di successione da cui deriva la loro qualità di eredi o legatari.

In relazione alla divisione dell'eredità, la prima questione da affrontare è capire chi può richiederla. A ciò risponde il diritto civile, che stabilisce che nessun coerede può essere obbligato a rimanere nell'indivisione dell'eredità, a meno che il testatore non lo vieti espressamente.

Così, ogni coerede che ha libera amministrazione e disposizione dei suoi beni può chiedere in qualsiasi momento la divisione dell'eredità, mentre per coloro che sono incapaci o assenti, deve essere richiesta dai loro rappresentanti legittimi.

Allo stesso modo, per quanto riguarda le questioni più specifiche in relazione alla legittimazione a richiedere la divisione dell'eredità, vale la pena di menzionare:

  • Che uno dei due coniugi può chiedere la divisione dell'eredità senza l'intervento dell'altro.
  • Che gli eredi soggetti a condizione non possono richiedere la spartizione fino a quando la condizione non è soddisfatta. Tuttavia, gli altri coeredi non soggetti a condizione possono richiederlo, ma garantendo pienamente il diritto del coerede soggetto a condizione nel caso in cui la condizione sia soddisfatta.
  • Nel caso in cui uno dei coeredi muoia prima che si possa procedere alla divisione e abbia due o più eredi, è sufficiente che uno di loro ne faccia richiesta, ma tutti devono comparire sotto un'unica rappresentanza.

Come verrà divisa l'eredità?

Tra i diversi modi in cui può essere effettuata la divisione dell'eredità, cioè come si determina quale patrimonio o quale porzione di esso corrisponde a ciascuno dei coeredi, è senza dubbio necessario, in primo luogo, ricorrere alle disposizioni del defunto stesso, la cui morte rende ragione dell'eredità.

Questo è stabilito dalla legge, poiché la legge prevede che quando il testatore effettua, con un atto inter vivos o con le ultime volontà, la divisione dei suoi beni, questa si trasmette, nella misura in cui non pregiudica i diritti legittimi degli eredi forzati.

La seconda opzione offerta dalla legge in questo senso (per il caso in cui il testatore non abbia previsto le modalità di distribuzione dell'eredità) è quella di ricorrere alla figura del commercialista-partigiano, che sarà la persona incaricata di determinare quali beni, diritti e obblighi specifici siano assegnati a ciascun coerede. La legge prevede che il testatore possa affidare per atto inter vivos o mortis causa, dopo la sua morte, il semplice potere di effettuare la divisione a qualsiasi persona che non sia uno dei coeredi. Inoltre, se questo commercialista-partigiano non è stato nominato nel testamento, o se l'ufficio è vacante (ad esempio, perché la persona nominata è morta), il cancelliere del tribunale o il notaio, su richiesta degli eredi o dei legatari che rappresentano almeno il 50% dell'attivo ereditario, e con la convocazione degli altri interessati, può nominare un commercialista-partigiano delegato, che avrà il compito di determinare la divisione dell'eredità tra i coeredi e i legatari.

Una terza opzione è che i coeredi si accordino semplicemente su come effettuare la divisione dell'eredità, raggiungendo un accordo a tal fine ed eseguendolo come concordato. Ciò è consentito dalla normativa vigente, che stabilisce che quando il testatore non ha effettuato la divisione né ha affidato tale potere a terzi (situazioni contemplate nelle due opzioni sopra citate), se gli eredi sono maggiorenni e hanno la libera amministrazione dei loro beni, possono distribuire l'eredità come meglio credono.

Infine, nel caso in cui i maggiorenni non trovino un'intesa su come effettuare la divisione (cioè non raggiungano un accordo in merito), resta impregiudicato il loro diritto di esercitarlo come previsto dalla legge di procedura civile, cioè di avviare un procedimento giudiziario specifico, disciplinato dagli articoli da 782 a 789 della suddetta norma procedurale, affinché l'autorità giudiziaria decida sulla divisione dell'eredità.

In ogni caso, una volta che l'eredità è stata divisa con uno dei mezzi summenzionati, essa conferirà a ciascun erede la proprietà esclusiva dei beni che gli sono stati assegnati, concludendo così il periodo intermedio iniziato con la morte del defunto, poiché finalmente tutti i beni, i diritti e gli obblighi che erano rimasti vacanti come proprietari sono stati assegnati a un nuovo proprietario, garantendo così la continuità dei rapporti patrimoniali e la necessaria certezza giuridica nella società.

Come viene tassata l'accettazione di un'eredità?

La tassazione delle accettazioni e delle divisioni ereditarie è senza dubbio una delle questioni che più preoccupano i concedenti di questo tipo di strumenti. A questo proposito, va sottolineato che questa imposta diretta è regolata dalla Legge 29/1987, del 18 dicembre, sull'imposta di successione e donazione. Tuttavia, questa imposta è stata ceduta alle Comunità Autonome, che hanno elaborato norme specifiche a tal fine, che nel caso della Catalogna si trovano nella Legge 19/2010, del 7 giugno, sulla regolamentazione dell'imposta di successione e donazione.

  • EVENTO FISCALE: In questa imposta, l'evento imponibile è l'acquisto di beni e diritti per successione, legato o qualsiasi altro titolo ereditario (articolo 1 della norma statale citata), e i soggetti tenuti al pagamento dell'imposta sono gli aventi causa (eredi o legatari) nel caso di acquisizioni mortis causa, come nel caso delle successioni oggetto di studio in questa sezione.
  • BASE IMPONIBILE: Per quanto riguarda la base imponibile (grandezza risultante dalla misurazione del fatto imponibile, cioè l'importo totale su cui è dovuta l'imposta), è necessario sommare il valore reale di tutti i beni e diritti che compongono l'eredità, a cui va aggiunto il valore dei beni di famiglia (valutato al 3% della somma dei beni dichiarati) e sottrarre anche l'importo dei debiti e degli oneri ereditari che riducono il valore dell'eredità.

Il risultato di tutte queste operazioni si chiamerà IMPORTO NETTO DI EREDITA', che, a sua volta, dovrà essere distribuito tra i diversi coeredi e legatari (se presenti), dopodiché, e dopo aver aggiunto gli importi ricevuti per l'assicurazione sulla vita del defunto (anch'essi se presenti), si otterrà la base imponibile di ciascun soggetto passivo (cioè di ciascun coerede o legatario).

  • RIDUZIONI: Una volta ottenuta la base imponibile, ad essa si applicherà una serie di riduzioni (che in ogni Comunità Autonoma saranno diverse), calcolate come valori che riducono l'importo della base imponibile. La normativa vigente prevede una moltitudine di riduzioni, come quelle per parentela, per invalidità, per l'acquisto dell'abitazione principale del defunto, ecc.
  • BASE IMPONIBILE + IMPOSTA RILEVANTE (%): in questo modo, una volta dedotte dalla base imponibile le riduzioni di cui sopra, si otterrà la base imponibile, alla quale si applicherà l'aliquota in vigore al momento. Attualmente, per la Catalogna, il tasso generale è il seguente:

  • Base netta fino a €  Quota intera € Base imponibile residua fino a € Tipo % Tasso % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % Tipo
    0,00 0,00 50.000,00 7,00
    50.000,00 3.500,00 150.000,00 11,00
    150.000,00 14.500,00 400.000,00 17,00
    400.000,00 57.000,00 800.000,00 24,00
    800.000,00 153.000,00 d'ora in poi 32,00


  • CUOTA INTEGRA e CUOTA TRIBUTARIA: dopo di che si otterrà il totale dell'imposta da pagare, a cui a sua volta dovrà essere applicato il coefficiente moltiplicatore per ottenere infine l'imposta da pagare. Infine, a seconda del grado di parentela, si applicherà una serie di detrazioni, come il 99% nel caso di coniugi (per il resto dei casi, consultare le tabelle stabilite dalla normativa fiscale).

Qual è la scadenza per il pagamento dell'imposta di successione?

I contribuenti devono tenere presente che il termine per dichiarare l'acquisizione dell'eredità è di sei mesi dalla data del decesso.

Come posso concedere un atto di accettazione e di divisione dell'eredità?

Per stipulare un atto di accettazione e divisione dell'eredità è sufficiente rivolgersi allo studio notarile e fissare un appuntamento nel giorno e nell'ora più convenienti per i concedenti.

Alla data e all'ora concordate, le parti si presentano semplicemente presso lo studio notarile con la documentazione necessaria (si veda la sezione sulla documentazione necessaria) per firmare l'atto corrispondente, che sarà redatto sulla base del contenuto minimo richiesto dalla legge e delle aspettative ed esigenze dei clienti in questione.

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