Emancipazione: è possibile anticipare la maggiore età di un bambino?
3/11/2017
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Famiglia

Emancipazione: è possibile anticipare la maggiore età di un bambino?

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Gli esseri umani, come tutti gli esseri biologici, mostrano uno sviluppo cognitivo progressivo dalla nascita all'età adulta, quando, in linea di principio, se non soffrono di malattie o carenze che glielo impediscono, raggiungono il loro massimo grado di discernimento.

Questa realtà biologica, da sempre e in tutte le società, ha dato origine a un dibattito giuridico, poiché, logicamente, affinché un atto giuridico o un affare sia valido, coloro che vi partecipano devono avere un'adeguata capacità di comprensione e di discernimento, che permetta loro di capire la portata e le conseguenze degli atti giuridici o degli affari che stipulano, dato che questo è l'unico modo per garantire la sicurezza giuridica necessaria al buon funzionamento di qualsiasi comunità.

Valutare quando una persona ha raggiunto questo stadio cognitivo e volitivo di piena capacità è un compito molto complesso, se non impossibile:

  • controllo
    In primo luogo, ogni individuo, con le sue capacità e il suo sviluppo intellettuale, nonché influenzato dalle circostanze personali e sociali, raggiunge quel grado di maturità che gli consente di comprendere appieno il significato e le conseguenze dei suoi atti e transazioni legali in un momento diverso della vita.
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    E anche perché non è meno vero che non esiste un metodo infallibile per determinare quando una persona ha raggiunto il massimo grado di discernimento che le consente di comprendere appieno la natura e le conseguenze degli atti e dei negozi giuridici che compie.
  • Su questa base, il nostro ordinamento giuridico, come molti altri, ha scelto di istituire un sistema di presunzioni oggettive per stabilire in quale momento della vita si può ritenere che una persona abbia raggiunto il massimo grado di discernimento in cui le sue capacità intellettive e volitive le consentono di comprendere adeguatamente tutti gli atti giuridici e gli affari in cui è coinvolta. In virtù di ciò, si riterrà (e quindi, di fatto, si presume) che ogni persona, al raggiungimento di una certa età, raggiunga questo stadio di maturità.

    Così, nel caso del legislatore spagnolo, questo momento è stato fissato al raggiungimento della maggiore età, che avviene al compimento del diciottesimo anno di età (articolo 315 del Codice civile). Una volta raggiunto questo momento, l'ordinamento riconosce a chi è maggiorenne la capacità di compiere tutti gli atti della vita civile (articolo 322 del Codice civile), salvo le eccezioni stabilite in casi particolari dal Codice civile stesso (come ad esempio nei casi di adozione, per i quali l'articolo 175 del Codice civile richiede che l'adottante abbia più di venticinque anni).

    Da quanto sopra si può affermare che il maggiorenne, una volta compiuti i 18 anni, se è nel pieno esercizio delle sue facoltà mentali, raggiunge la cosiddetta piena capacità di agire, che, come è stato indicato, gli conferisce la presunzione di capacità sufficiente a compiere tutti gli atti della vita civile (da, ad esempio, nella sfera personale, contraendo matrimonio, e nella sfera patrimoniale, stipulando tutti i tipi di atti e contratti legali validi, alienando o registrando beni mobili o immobili di qualsiasi tipo di sua proprietà, prestando o prendendo in prestito denaro, ecc.))

    Tuttavia, il nostro sistema giuridico ha anche stabilito una fase intermedia tra la minorità (in cui la persona non è considerata ancora in grado di stipulare atti e contratti legalmente validi) e la maggiore età (in cui si raggiunge la piena capacità di agire). Questo stato intermedio è noto come emancipazione (articoli da 314 a 324 del Codice civile).


    Che cos'è l'emancipazione?

    L'emancipazione consente ai minori che hanno compiuto il sedicesimo anno di età (articolo 317 del Codice Civile) uno status privilegiato che estende notevolmente la loro capacità di agire; essi possono compiere la maggior parte degli atti che una persona maggiorenne può compiere nella sfera personale e patrimoniale, salvo alcune eccezioni per le quali è necessario il consenso dei genitori e del tutore.

    Con l'emancipazione, quindi, il minore otterrà un anticipo temporaneo dei benefici e degli effetti concessi dalla maggiore età, potendo da questo momento in poi compiere validamente la maggior parte degli atti e delle attività legali che può compiere qualsiasi persona con piena capacità di agire.


    A cosa serve l'emancipazione?

    Ai sensi dell'articolo 323 del Codice civile, l'emancipazione conferisce al minore il diritto di governare la propria persona e i propri beni come se fosse un adulto. Pertanto, un minore che ha compiuto sedici anni ed è emancipato può compiere la maggior parte degli atti e dei negozi giuridici che possono essere compiuti da un adulto con piena capacità di agire, cosicché, ad esempio, un minore che ha compiuto sedici anni ed è emancipato può essere oggetto della maggior parte degli atti e dei negozi giuridici che possono essere compiuti da un adulto con piena capacità di agire:

    • La potestà genitoriale che i genitori o i tutori avevano su di lui è revocata (articolo 169.2 del Codice civile).
    • Può contrarre validamente matrimonio (articolo 46.1 del Codice civile interpretato sensu contrario).
    • Può stipulare tutti i tipi di contratti, come l'acquisto di beni mobili o immobili, la locazione, ecc.
    • Può anche comparire in tribunale da solo (articolo 323 del Codice civile).

    Tuttavia, l'articolo 323 del Codice Civile stabilisce una serie di limitazioni nella sfera patrimoniale del minore emancipato, soprattutto per gli atti di maggiore rilevanza economica. Di conseguenza, il minore emancipato, fino al raggiungimento della maggiore età, per imposizione del suddetto precetto, non può:

    • Prendere in prestito o prestare denaro.
    • Incarichi o cessioni di beni immobili e stabilimenti commerciali o industriali.
    • Incarichi o cessioni di beni di valore straordinario....

    In questi casi, se il minore emancipato vuole compiere questi atti, deve ottenere il consenso dei genitori o, in mancanza di entrambi, quello del tutore o curatore.

    Con questa disposizione, appare chiaro che il legislatore intende proteggere il patrimonio del minore emancipato da quegli atti di maggiore trascendenza patrimoniale, in quanto si ritiene che il minore non abbia ancora raggiunto una piena capacità di discernimento che gli consenta di comprendere appieno la natura e le conseguenze di tali atti, e tutto ciò tenendo conto che il minore emancipato risponde con tutto il suo patrimonio per tutti i debiti e le obbligazioni che ha contratto.

    In termini pratici o usuali, l'emancipazione è di solito un rimedio per i minori di sedici anni o più che hanno una buona capacità economica e desiderano amministrare e disporre liberamente dei loro beni e diritti senza il controllo dei genitori a cui sarebbero normalmente soggetti.

    In sintesi, e da quanto detto, si può affermare che l'emancipazione concede uno status privilegiato ai minori che hanno già compiuto sedici anni, che permette loro, con alcune limitazioni che sono già state spiegate, di compiere tutti gli atti della vita personale e patrimoniale che potrebbe compiere un adulto, potendo così anticipare gli effetti dell'emancipazione fino a due anni.


    Chi può essere emancipato?

    Il nostro Codice civile distingue due casi completamente diversi per ottenere l'emancipazione:

    1. Il primo presupposto o scenario è regolato dall'articolo 317 del Codice Civile: per i genitori (o tutori) che vogliono emancipare un figlio, è necessario:
      • Il minore deve avere almeno sedici anni.
      • E che il minore acconsenta a tale emancipazione.

      Pertanto, affinché questo tipo di emancipazione sia possibile, è necessario che i genitori o i tutori che esercitano la potestà genitoriale e quelli del minore siano d'accordo e desiderino che l'emancipazione venga concessa (il che presuppone una convivenza pacifica e un rapporto armonioso tra entrambe le parti, altrimenti la concessione dell'emancipazione non sarebbe possibile).

    2. Il secondo presupposto o scenario è regolato dall'articolo 314 del Codice Civile: per i minori che vogliono emanciparsi non è necessario il consenso dei genitori (o del tutore):
      • Il minore deve avere almeno sedici anni.
      • Richiesta all'autorità giudiziaria (devono essere osservate le norme procedurali di cui agli articoli da 53 a 55 della legge 15/2015, del 2 luglio, sulla volontaria giurisdizione).

    Pertanto, l'emancipazione sarà concessa dall'autorità giudiziaria ai minori di età superiore ai sedici anni che ne facciano richiesta (cioè senza necessità di concessione o autorizzazione da parte dei titolari della potestà genitoriale) e dopo aver sentito i genitori, se si verifica una delle seguenti situazioni:

    1. Quando la persona che esercita la potestà genitoriale si sposa o convive con una persona diversa dall'altro genitore.
    2. Quando i genitori vivono separati.
    3. Quando c'è una qualsiasi causa che impedisce seriamente l'esercizio della potestà genitoriale.

    Infine, per entrambe le ipotesi, occorre tenere presente che, ai sensi dell'articolo 318 del Codice civile, una volta concessa l'emancipazione, questa non può essere revocata.


    Come si può raggiungere l'emancipazione?

    Ai sensi dell'articolo 317 del Codice Civile, l'emancipazione per concessione della patria potestà (cioè l'emancipazione ottenuta con l'autorizzazione dei genitori o dei tutori in modo "amichevole", rispetto all'emancipazione per concessione giudiziale o "contenziosa"), può essere concessa per atto pubblico o per comparizione davanti al giudice incaricato dello Stato Civile.

    Da quanto detto, si può quindi affermare che esistono due modi per ottenere questa emancipazione per concessione (che è quella che interessa in questa sede ed è oggetto di analisi), come la via notarile (attraverso il rilascio del corrispondente atto di emancipazione), o la via giudiziaria.

    In questo senso, i vantaggi del processo notarile sono senza dubbio la rapidità del processo, in quanto solo presentandosi alla data e all'ora concordata (e fornendo la documentazione corrispondente) i genitori e il minore in questione, l'atto corrispondente può essere concesso in pochi minuti e l'emancipazione desiderata può essere ottenuta, mentre se si sceglie il processo giudiziario, è molto probabile che a causa della mancanza di risorse materiali e umane e del sovraccarico di casi davanti all'Amministrazione della giustizia, questa procedura richieda molte più settimane o mesi.


    L'atto di emancipazione deve essere registrato in un registro pubblico?

    In virtù di quanto disposto dall'art. 318 del Codice Civile, la concessione dell'emancipazione deve essere iscritta nel Registro Civile, e non produce nel frattempo effetti nei confronti di terzi, per cui, come si vede, è effettivamente necessario registrare l'atto di emancipazione che viene concesso, a maggior ragione tenendo presente che non produrrà effetti nei confronti di terzi fino a quando ciò non avverrà.

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    Ad esempio, in questo caso va notato che, fino alla registrazione, i titolari dell'autorità parentale continueranno a rispondere con il loro patrimonio di eventuali debiti extracontrattuali del minore.
  • Da parte sua, l'articolo 1 della legge sul registro civile dell'8 giugno 1957 stabilisce che l'emancipazione, tra gli altri atti, può essere registrata in questo registro, che, ai sensi dell'articolo 46 della stessa, viene registrato in aggiunta alla corrispondente registrazione della nascita della persona interessata.

    Allo stesso modo, l'articolo 70 della legge 20/2011, del 21 luglio, sull'anagrafe (attualmente in periodo di vacatio legis), stabilisce che l 'emancipazione per concessione di coloro che esercitano la potestà genitoriale deve essere iscritta nel registro individuale mediante il corrispondente atto di concessione, ribadendo che tale emancipazione non produce effetti nei confronti di terzi fino a quando non viene iscritta nell'anagrafe.


    Come posso concedere un atto di emancipazione?

    Per stipulare l'atto di emancipazione, i concedenti devono semplicemente rivolgersi all'Ufficio Notarile e richiedere un appuntamento a tale scopo, nel giorno e nell'ora a loro più congeniali.

    Alla data e all'ora concordate, le parti devono presentarsi presso lo studio notarile per stipulare l'atto in questione, redatto sulla base del contenuto minimo richiesto dalla legge. È inoltre necessario fornire la seguente documentazione necessaria:

    1. Carta d'identità nazionale in corso di validità del minore da emancipare, nonché quella dei genitori o dei titolari della potestà genitoriale.
    2. Libro di famiglia o certificato di nascita letterale del minore da emancipare.

    Quanto costa eseguire un atto di emancipazione?

    Questo è un bilancio puramente informativo e non vincolante. Si basa su due criteri:

    • La nostra conoscenza della tariffa notarile (Regio Decreto 1426/1989 del 17 novembre 1989).
    • Esperienza quotidiana nella preparazione di questo tipo di documenti.

    Qualsiasi variazione (in aumento o in diminuzione) sarà debitamente giustificata al momento dell'emissione della fattura finale per il servizio fornito.

    BILANCIO DISPLAY

    Voglio concludere il mio articolo con una semplice precisazione: esso si basa esclusivamente sul Diritto Civile Comune, cioè utilizza il Codice Civile spagnolo come base giuridica. È importante saperlo:

    • che in quei territori forali con un diritto civile speciale (ad esempio Catalogna, Aragona, Paesi Baschi, Galizia, Navarra e Isole Baleari), la figura dell'emancipazione può presentare delle differenze (ad esempio, in Aragona, non è necessario aspettare i 16 anni per emancipare un bambino, ma è sufficiente che il bambino abbia più di 14 anni), pertanto, sarà necessario essere a conoscenza della legislazione in materia in ogni territorio;
    • che, nonostante l'emancipazione da parte di un notaio o di un tribunale, ci sono alcuni atti che il minore emancipato non potrà mai compiere perché la legislazione speciale in materia richiede il compimento del 18° anno di età (ad esempio, per ottenere la patente di guida o per poter votare alle elezioni, in entrambi i casi, le rispettive normative specifiche, il Regolamento generale dei conducenti e la Legge organica sul regime elettorale generale, richiedono il compimento del 18° anno di età).
    Jesús Benavides Lima
    Jesús Benavides Lima
    Notaio di Barcellona

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